Sabato 12 ottobre 2019 – ore 20:45 – presso il TEATRO SAN MATTEO di PIACENZA
Nell’ambito di “CORTEGGIANDO 2019” CONCORSO NAZIONALE PER CORTI TEATRALI – XI EDIZIONE
organizzato dal Gruppo Teatrale QUARTA PARETE di Piacenza
ha debuttato il monologo “CONTE UGOLINO” diretto e interpretato da Marino Filippo Arrigoni
su testo scritto dal poeta/dantista Marino Alberto Balducci e tratto dal romanzo “Inferno scandaloso mistero” dello stesso autore.
Il romanzo, attraverso il simbolismo di Dante e la personale interpretazione del Balducci come studioso dantista e poeta, riesce a descrivere, con grande sensibilità, il fantastico viaggio compiuto da Dante: un viaggio all’interno dei segreti della coscienza umana. L’opera, come libera interpretazione della prima cantica di Dante Alighieri e scritta in prosa moderna, ha vinto diversi premi letterari: PREMIO LETTERARIO EDITORIALE “L’AUTORE” FIRENZE LIBRI 2010; PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONTEFIORE 2012; PREMIO “PEGASUS” CITTA’ DI CATTOLICA 2013.
Il monologo si è aggiudicato il TERZO PREMIO DELLA GIURIA con musiche elettroacustiche di Andrea Pozzi dei Sensory Gate
alla console audio Marco Arrigoni
al mixer luci Silvia Prioreschi
al trucco Ilaria Tavanti
regia di Marino Filippo Arrigoni
Sinossi: Ugolino della Gherardesca, il celebre Conte di Donoratico protagonista del XXXIII canto dell’Inferno dantesco. Con questa traduzione in prosa moderna del canto, il poeta/dantista Marino Alberto Balducci (autore del libro “Inferno, scandaloso mistero” da cui è tratto il monologo) mette ancora più in risalto l’aspetto umano del personaggio. Dante infatti ce lo mostra non solo con simpatia, ma lo rende artisticamente come il personaggio pietoso più commovente della Divina Commedia. Un personaggio che porta a compiere una duplice riflessione. Da un lato, diventa simbolo degli ideali politici unitari di Dante che sempre ha favorito concordia fra le forze al potere, nel nome del comune buon senso. Dall’altro, questo personaggio ci parla del tradimento di amore che provoca orrore e disperazione, quando nell’odio si rompe il legame con i nostri simili. Il conte Ugolino s’incarcera dentro l’inferno, perché ha tradito l’offerta d’amore dei suoi commensali, suoi figli e nipoti, che si sono offerti come pane al loro babbo e gli hanno chiesto aiuto. Ugolino invece non si è mosso, anzi si è fatto di pietra, imperturbabile, si è scandalizzato, chiudendosi nella cupezza più nera. Poi impazzisce e lo prende, il dono, dopo. Si mette, cieco, a vagare sopra quei corpi, li divora, per farsi del male, per sfogare il suo odio verso i nemici, la sua città. Prende quella carne, mangia i ragazzi. È perduto dentro la sua rabbia e sogna di mangiare quell’altro, il traditore, l’Arcivescovo Ruggieri. Ugolino ormai non è più uomo, è come un cane!
foto dello spettacolo nella Gallery
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