giovedì 15/5/08 (ore 21.30) – venerdì 16/5/08 (ore 22.00)
*RIPRENDIMI* di Anna Negri
con Alba Rohrwacher, Marco Foschi, Valentina Lodovini [Italia, 96′]
La «società liquida» sarebbe la nostra: mobile, libera, insicura. La precarietà del lavoro comporta una instabilità affettiva, producendo un mondo di eterni adolescenti privi di coscienza collettiva, malati d’un malessere sociale che si esprime nella ossessione della riuscita personale. Secondo lungometraggio diretto da Anna Negri, 43 anni, figlia di Toni Negri, dopo gli otto anni di silenzio seguiti a In principio erano le mutande, vuol riflettere su idee impegnative. E’ un’invocazione alla vita e al cinema, che tornino entrambe con la loro faccia migliore a schiarire i dubbi per farli danzare più leggeri. L’escamotage è presto detto: due giovani registi di documentario decidono di girare un «film diretto» sul precariato, stringendo l’obiettivo su una giovane coppia di lavoratori dello spettacolo, lui attore, lei montatrice. Li seguono ovunque, rispondendo ai dettami del cinema diretto che vuole una camera nascosta che riprenda tutto senza imbarazzo. Però la vita prende il sopravvento sul progetto e i due registi si trovano a firmare la cronaca di una separazione dolorosa e inaspettata. Il continuo slittamento del punto di vista, dalle riprese dei documentaristi alla vita vissuta, oltre a ben funzionare sul piano orizzontale della narrazione, riesce a far dialogare, sull’asse verticale del significato, la crisi personale di una coppia con lo sbandamento sociale del loro tempo. Il precariato genera instabilità nel lavoro e nella vita privata. Si lascia e si è lasciati così come si trova e si perde un lavoro. La confusione e lo sbandamento dei due protagonisti (denunciata dai due documentaristi, coscienza del film) sono la materia di cui è fatto l’incubo del precariato.