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Grazie per tutto quello che ci hai regalato !


Anche noi vogliamo dare il nostro saluto a “Giggi”.

Uno dei più grandi attori e comici, sia del teatro che del cinema italiano, oltre che doppiatore, cabarettista, conduttore televisivo, regista, cantante e direttore artistico.

 

GIGI PROIETTI


nato il 2 novembre 1940

morto 2 novembre 2020

apparso e scomparso lo stesso giorno, come Shakespeare.


Ricordiamo alcune delle sue frasi più celebri:

-Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso.

-La televisione è un apparecchio che ha trasformato la cerchia familiare in un semicerchio.

-Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano; chi non sa ride mi insospettisce.

-Ma bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gastone.

-Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.

-Ricordare è un mestiere rischioso, perché ha bisogno di stimoli forti.

-Dalla crisi non si esce con l’odio, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore e il far tornare di moda le persone per bene.

-Nella totale perdita di valori della gente, il teatro è un buon pozzo dove attingere.

-La comicità è una questione complessa, non basta mettere in scena una cosetta simpatica per guadagnarsi gli applausi.

 

Il “GIGI PROIETTI GLOBE THEATRE” DI ROMA

voluto da Proietti stesso, proposto, progettato e costruito nel 2003, grazie alla fondazione Silvano Toti, ricalca quasi fedelmente lo storico teatro londinese del periodo elisabettiano nel quale recitava il grande William Shakespeare con la sua Compagnia teatrale.

 

 

 

Una curiosità (notizia ovviamente marginale in questo contesto), ma, pur essendo una cosa minima, per lo staff di Progetto Idra rappresenta un fiore all’occhiello ed è il coinvolgimento nella gestione delle comparse che ci ha visti compartecipi durante uno dei film più famosi di Gigi Proietti. Collaborando con “Comunicazione & Sviluppo” di Massa e Cozzile, che curava il casting per le comparse, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare sul set della seconda “Mandrakata” di Gigi Proietti girata a Montecatini Terme nel 2002. Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo di persona e l’onore di lavorarci a fianco durante le riprese appunto del film “Febbre da cavallo 2” che vedeva in scena oltre a Proietti, Nancy Brilli, Enrico Montesano, Carlo Buccirosso, Rodolfo Laganà e Carlo Vanzina alla regia.

 

Marino Filippo Arrigoni, incaricato di coordinare appunto le comparse fra cui alcuni ex allievi di Progetto idra durante le scene di massa all’Ippodromo Sesana, rispondeva alle istruzioni dell’allora aiuto regista montecatinese Claudio Piccolotto (oggi regista affermato e trasferitosi a Roma); in quell’occasione Marino ha avuto modo di seguire da vicino le direttive, non solo del regista Vanzina, ma anche dello stesso Gigi Proietti, protagonista assoluto sulla scena e dietro le quinte.

 

 

Ed è stato proprio Proietti, durante la scena finale girata alla stazione grande di Montecatini, che ha suggerito al regista di utilizzare Marino Filippo Arrigoni come uno dei “compari” del giocatore delle tre carte. Questo perché solitamente i compari che fingono di scommettere sono tre, mentre Vanzina ne aveva previsti solo due. I protagonisti del film saranno poi attratti dai finti scommettitori e perderanno contro il giocatore delle tre carte che scapperà con i compari ed il malloppo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riportiamo qua di seguito anche il saluto affettuosissimo che il bravo attore Pierfrancesco Favino ha scritto in forma di poesia romanesca a Gigi:

Però ‘n se fa così, tutto de botto.

Svejasse e nun trovatte, esse de colpo a lutto.

Sentì drento a la panza strignese come un nodo
Sape’ che è la mancanza e nun avecce er modo
de ditte grazie a voce pe’ quello che c’hai dato
pe’ quello che sei stato, perché te sei inventato
un modo che non c’era de racconta’ la vita
e ce l’hai regalato così un po’ all’impunita,
facendo crede a tutti che in fondo eri normale,
si ce facevi ride de quello che fa male,
si ce tenevi appesi quando facevi tutto,
Parla’, balla’, canta’, pure si stavi zitto.

Te se guardava Gi’, te se guardava e basta
come se guarda er cielo, senza vole’ risposta.

All’angeli là sopra faje fa du risate,
ai cherubini imparaje che so’ le stornellate,
Salutece San Pietro, stavolta quello vero,
tanto gia’ ce lo sanno chi è er Cavaliere Nero.