giovedì 3/4/08 (ore 21.30) – sabato 5/4/08 (ore 22.00) – domenica 6/4/08 (ore 16.00 e 21.30)
*GRANDE GROSSO E VERDONE* di Carlo Verdone
con Carlo Verdone, Claudia Gerini [Italia, 131′]
Dice che non avrebbe voluto, ma non poteva fare altrimenti. La richiesta dei fan, d’altronde, non poteva rimanere inevasa, e spinto da qualcosa come “1371 e-mail” Carlo Verdone ha deciso di misurarsi nuovamente con le maschere che fecero la sua fortuna da quando apparvero più di venti anni fa in Bianco, Rosso e Vedrone. Sono cresciuti, hanno mogli e figli, qualcuno ha fatto anche i soldi, qualcun altro si arrabatta come allora. Ma questa volta c’è un doppio fondo, un effetto secondario che prima non c’era o era meno forte. Perché Carlo rivisita quegli stessi personaggi – cioè il boyscout bigotto, perbenista e pedante, il professore maniaco perfezionista e persecutore, il cafone campione di volgarità: variamente distribuiti, incarnati e reincarnati nei tre film precedenti – ma li ritrova oggi. Invecchiati nell’età, e radicalizzati nei loro vizi e difetti. In un contesto storico e sociale che ha accentuato le sue cupe ombre di inquietudine, che ha estremizzato il naufragio dei valori. Ridere si ride, ma lo stampo ‘”malincomico’” – malinconia più comicità – che definiva la leggerezza di Verdone, ha subìto una brusca sterzata verso l’umorismo nero, se non macabro. È un film per divertirsi, scritto e recitato per divertire, ma anche un allarme diciamo pure accorato su come vanno le cose nella convivenza in-civile e nella famiglia. Verdone cerca e in larga parte trova registri lontani dalla tradizione dei nostri più genuini mostri della commedia, anche se rimane resistente il cordone ombelicale che lo lega al Sordi – tanto per citare tre titoli cui i tre personaggi si possono apparentare – di Mamma mia che impressione, de Il moralista, o di Dove vai in vacanza.