sabato 22/01/2011 (ore 21.30) – INGRESSO LIBERO
per SENTIERI DI PACE – stasera TEATRO
Compagnia Stabile del Leonardo presenta:
Recuperando la data annullata per l’emergenza neve lo scorso dicembre la Compagnia Stabile del Leonardo di Treviso porterà sul palco due opere del pungente scrittore ed autore bolognese: “La signorina Papillon” e “La misteriosa scomparsa di W”. Attiva sin dall’anno 2000, la “Compagnia Stabile del Leonardo” fa parte della Federazione Italiana Teatro Amatori e ha negli anni raccolto lusinghieri consensi di pubblico e critica, finalista, nel solo 2010, al 63° Concorso Nazionale di Arte Drammatica di Pesaro, al Concorso Nazionale “Stella d’Argento” di Terni e al Concorso Nazionale “Catullo” di Sirmione del Garda. Grande esempio di teatro moderno, “La signorina Papillon” è un testo brillante e fantasioso, carico di spunti di riflessione e geniale ironia. Lo spettacolo ha per protagonista Rose, donna sognatrice “con un abito bianco leggero” che scrive e legge con cura il suo diario, coltiva rose e colleziona farfalle. Rose ha fatto della propria amata serra una gabbia dorata, un mondo perfetto e sicuro, inaccessibile; ma il mondo bussa alla sua porta di continuo: accanto l’ironico e un po’ assurdo sergente Armand, il poeta e giardiniere Millet e l’amica Marie Luise, parigina frivola e non proprio innocua. La regia di Giovanni Handjaras cercherà di mettere in risalto in un’atmosfera surreale gli elementi e le suggestioni caratteristiche di Benni ovvero raccontare l’eterno scontro tra sogno e realtà, tra la giovanile fiducia nel mondo e la matura rassegnazione al migliore dei mondi possibili. La Compagnia affronterà, subito dopo, un secondo impegno, mettendo in scena “La misteriosa scomparsa di W”, un monologo paradossale, ridicolo e doloroso, in cui una donna qualsiasi, di nome V, nata un giorno qualsiasi in modo funambolico, ripercorre, follemente, comicamente, la sua vita, alla ricerca del suo pezzo mancante W. V è perciò una parte che cerca il suo tutto, tentando di dare una spiegazione al suo senso di infelicità e incompletezza. Nel farlo si interroga su povertà e guerra, amicizia e intolleranza, giustizia e amore, mentre tutto sembra sfaldarsi attorno a lei. La parola di Benni, ironica e fantasiosa, è come sempre agile, paradossale e dissacrante, supportata da un copione teatrale dove il comico è soprattutto esercizio di ribellione, un tocco di magica follia che trasforma l’angoscia in risata liberatoria.