giovedì 17/11/2011 (ore 21.30) venerdì 18/11/2011 (ore 22.00)
di Gus Van Sant, con Mia Wasikowska, Henry Hopper, Ryo Kase, Schuyler Fisk [drammatico, 91’, U.S.A., 2011]
Enoch ha la bizzarra abitudine di assistere alle cerimonie funebri di persone sconosciute; durante una di esse conosce Annabel, spigliata e brillante quanto il ragazzo è introverso e laconico. Entrambi hanno un segreto. Van Sant ignora e ci fa dimenticare tutto l’orribile cinema del ricatto emotivo (orribile almeno quanto il titolo attribuito in Italia al suo film), servendosi di un linguaggio nitido ma non aggressivo per tornare alle storie di formazione e d’amore, d’avventura affettiva e intellettuale che il cinema dei moderni ci aveva dispensato; come oggi riesce Van Sant modellando le sue figure adolescenziali compatte e vivaci, sfumate e credibili. Rientrato nella provincia senza storia né paesaggio di Portland dalla San Francisco di Milk, eroe civile e leader del movimento di lotta per i diritti degli omosessuali nell’America degli anni Settanta, Gus Van Sant ancora una volta elabora la sofferenza profonda di giovani sensibili, fragili e sempre consapevoli. Consapevoli in Restless della propria mortalità, che sono in grado di simboleggiare e di pensare, costruendoci sopra filosofie, significati, ottimismi e finanche euforie. Intorno a due attori sorprendenti come Henry Hopper e Mia Wasikowska il regista americano produce una storia sentimentale compromessa dalla morte ma che proprio nella morte trova esistenza, eternità e ragione d’essere. Attraverso la storia, e i personaggi, il regista sussurra nelle orecchie dei suoi protagonisti (e dei suoi spettatori) la parola amore con poetica e testarda determinazione. Ché è lì che risiede il senso, afferrabile,del vivere e del morire.