giovedì 31/1/08 (ore 21.30) – Venerdì 1/2/08 (ore 22.00)
*PARANOID PARK* di Gus Van Sant
con Gabe Nevins, Daniel Liu [Francia, Usa, 85′]
Premio speciale a Cannes 2007, come ha fatto spesso, Van Sant ha girato il film nella sua città natale: Portland, Oregon. Il «Paranoid Park» del titolo esiste davvero ed è una famosa pista di skateboard frequentata da ragazzi difficili. È un luogo di svago, di competizione, di disperazione. Paranoid Park è un film sulla casualità della vita. Alex ha sedici anni e frequenta il liceo. Un giorno un amico lo invita ad andare con lui a Paranoid Park e una notte, proprio presso il parco, Alex uccide accidentalmente un agente, decidendo poi di continuare la sua vita senza dire nulla a nessuno. Il cinema americano ci ha mostrato migliaia di adolescenti che scelgono o subiscono la violenza come un’opzione consapevole. Il protagonista qui è l’opposto dei teppisti «epici» de I Guerrieri della notte; isolarsi dagli adulti è un fatto solipsistico, lo skateboard non sembra portare ad alcuna socializzazione, la solitudine e l’apatia regnano sovrane. L’interesse di Van Sant per il mondo adolescenziale si rivela sempre più dettato dall’urgenza di mettere in guardia il mondo adulto (nel quale però ha una fiducia sempre più flebile) nei confronti di una deriva morale che tende ad annullare in molti di essi (senza bisogno di droghe) la distinzione tra bene e male. Portland è una città dell’estremo Nord/Ovest degli Usa – come la Seattle di Last Days e del grunge -, uno di quei punti dove l’America finisce e il sogno della frontiera rifluisce in una quotidianità senza sussulti. Ma sarebbe sbagliato leggere Paranoid Park in chiave sociologico-geografica: il film parla dell’indifferenza con la quale si può provocare la morte di uno sconosciuto, e quindi ci dice cose profonde anche su certi delitti di casa nostra.