venerdì 4/12/2009 (ore 21.30) – INGRESSO LIBERO
Spettacolo di TEATRO CIVILE con Daniele Biacchessi (voce recitante), Marino e Sandro Severini dei Gang
Un Mondo di Pace invocato anche dal palco di un teatro: a farlo sarà venerdì 4 dicembre al Cinema Olimpia di Margine Coperta – nell’ambito dei Sentieri di Pace organizzati dal Comune di Massa e Cozzile – il giornalista Daniele Biacchessi, accompagnato dalle chitarre di Marino e Sandro Severini dei Gang, storico gruppo musicale italiano da sempre impegnato nelle tematiche politico sociali a sostegno delle cause civili. Su Daniele Biacchessi e le sue varie attività potrebbero essere scritte intere pagine: giornalista e scrittore, vicecaporedattore di Radio24-Il Sole24Ore, dove ha condotto “Giallo e Nero” (Premio Cronista 2004 e 2005), trasmissione dedicata ai misteri d’Italia. Collaboratore del mensile “Mucchio Selvaggio”, dal 1975 ha lavorato e collaborato con numerose testate: Radio Rai, Radio Popolare, Radio Regione, Radio Lombardia, Telemilano 2, Telenova, Rete A, Antenna3, l’Unità, Avvenimenti, Europeo. Autore, regista e interprete di teatro narrativo civile, ha pubblicato numerosi libri d’inchiesta, tra i quali “La fabbrica dei profumi” (sul disastro ambientale di Seveso), “Cile 11 settembre 1973”, “Walter Tobagi. Morte di un giornalista”, “Fausto e Iaio”, “Punto Condor. Ustica, il processo Ustica”, “Il delitto D’Antona”, “E ancora Un attimo… vent’anni” (storia dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna), “Il paese della vergogna”. Dal 2004 porta i suoi spettacoli in tutta Italia, per mantenere viva la memoria delle tante vittime innocenti spesso dimenticate da chi fa informazione. Dopo aver portato in scena “La storia e la memoria”, “Fausto e Iaio, la speranza muore a 18 anni”, “Storie d’Italia. I diari”, Biacchessi prosegue il suo percorso sulla memoria italiana e sul teatro civile con “Passione reporter”, spettacolo tratto dal suo omonimo libro (pubblicato da Chiarelettere con prefazione di Ferruccio De Bortoli) con il quale prende in esame cinque casi emblematici per rievocare episodi resi ancora più tragici dalla fretta con cui sono stati archiviati e poi dimenticati. *Morire in guerra per amore della verità*. È quanto accade a chi cerca di fare il giornalista nell’unico modo possibile, cioè tenendo gli occhi aperti per vedere e poi raccontare ogni fatto con scrupolo e dovizia di particolari. Ogni anno i reporter caduti al fronte sono centinaia, uccisi per i motivi più assurdi, a volte addirittura per sbaglio oppure per semplice rappresaglia. Secondo Biacchessi, *senza i reporter di guerra la verità sarebbe raccontata dal più forte*, attraverso veline atte a giustificare ogni massacro e perpetuare i conflitti all’infinito.Passione reporter ricostruisce cinque storie disperse nei giornali. Vite distrutte da bombe di carta. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, della Rai, in Somalia. Raffaele Ciriello, medico e fotografo freelance, nei territori palestinesi. Maria Grazia Cutuli del Corriere della Sera, insieme a tre colleghi della stampa internazionale, in Afghanistan. Antonio Russo, di Radio Radicale, a Tbilisi, capitale della Georgia. Enzo Baldoni, pubblicitario e giornalista di «Diario», in Iraq, insieme al suo autista e interprete. Uomini e donne che hanno barattato la vita con la libertà di parola e d’informazione. Che hanno difeso con il proprio respiro i principi in cui fortemente credevano.