giovedì 27/1/2011 (ore 21.30) venerdì 28/1/2011 (ore 22.00)
di PABLO LARRAIN con Alfredo Castro, Antonia Zegers, Jaime Vadell, Amparo Noguera, Marcelo Alonso [drammatico, 98′, Cile, Germania, Messico, 2010]
Uno dei vincitori “morali” di Venezia, incomprensibilmente ignorato dalla giuria guidata da Tarantino. Si tratta di Post Mortem, opera seconda del 34enne cileno Pablo Larrain, già notato e premiato nei festival di mezzo mondo con il suo debutto, il non meno cupo Tony Manero. A riassumerlo con uno slogan, è il golpe di Pinochet in Cile visto dall’obitorio. Letteralmente. Siamo infatti nel settembre del 1973, alla vigilia di quella che sarebbe passata alla Storia come una delle pagine più violente e vergognose del secondo ‘900:il colpo di stato militare, la fine del governo socialista, la morte di Salvador Allende e infinite vittime. Il tutto visto attraverso gli occhi di un ometto di nome Mario (Alfredo Castro), un cinquantenne senza alcun fascino che lavora all’obitorio dattilografando i referti medici. Di giorno redige rapporti alla morgue di Santiago del Cile, tenendosi alla larga dai cortei che sfilano quotidianamente in città, e di sera corteggia con alterne fortune una spogliarellista semianoressica e disoccupata. Più sordido di così si muore, ma nel livido Post Mortem muoiono soprattutto gli altri. E non muore solo il presidente del Cile, Salvador Allende, del quale il catatonico Mario si trova a verbalizzare l’autopsia circondato da militari. Muoiono decine, centinaia di anonimi oppositori del golpe, che si accatastano nell’obitorio senza che Mario o la sua inaffidabile amante escano dal loro mondo e da un torpore quasi animale. Il colpo di stato è fuori campo, il primo piano è per il «dopo», il Cile-complice. Il più gelido horror sulla fine di Salvador Allende.