giovedì 29/10/2009 (ore 21.30) – venerdì 30/10/2009 (ore 22.00)
di Erik Gandini [Svezia/Italia/Danimarca/Gran Bretagna/Finlandia, 85′, Documentario]
Erik Gandini vive in Svezia ma è nato e cresciuto in Italia. Con Videocracy, torna nel suo paese d’origine, per raccontare dall’interno le conseguenze di un esperimento televisivo che gli italiani subiscono da trenta anni. E riesce a ottenere l’accesso esclusivo alle sfere più potenti, rivelando una storia significativa, derivata dalla spaventosa realtà della televisione italiana, un paese in cui il passaggio da showgirl a Ministro per le Pari Opportunità è puramente naturale. Videocracy non vuole addentrarsi più di tanto negli affari di Berlusconi, negli intrichi tra soldi e potere, negli anni dell’ascesa o in quelli del governo; la videocrazia che prova a descrivere è, invece, una rivoluzione culturale. Gandini è legittimamente partigiano: usa le interviste per costruire fascicoli di prove; usa la colonna sonora per forzare emozioni e associazioni, per articolare tesi. Tuttavia, lo stile è controllato e la retorica è affidata alla rielaborazione di musica e immagini, con momenti alti (l’agghiacciante Lele Mora immerso nel bianco; Corona fastidiosamente convinto di sé; il provino per veline di fronte a un’imbambolata folla dell’hinterland; il balletto rallentato delle aspiranti veline, meravigliosamente lynchiano). Non si lancia nell’inchiesta, non abbraccia la foga irruenta di un Michael Moore, né spinge sino in fondo la via del “documentario creativo”, scegliendo invece una misura media tra indagine a tesi, blobbismi e l’inquietante caleidoscopio del popolo di Berlusconi, il popolo italiano. Che finisce per essere, con quei volti spenti e plaudenti, il personaggio più disturbante del film.
Nota: la Rai si è rifiutata di trasmettere il trailer del film sulle proprie reti sostenendo che lo spot veicola un “inequivocabile messaggio politico di critica al governo”. Questa la risposta del produttore Procacci (Fandango): “perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi, ma quei dati sono statistiche ufficiali, che sò “l’Italia è al 67mo posto nelle pari opportunità. Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re. Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come “Viva Zapatero” o a “Il caimano”, che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l’Italia è cambiata.”