giovedì 11/2/10 (ore 21.30) – venerdì 12/2/10 (ore 22.00)
di Phillipe Lioret, con Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi [Francia, 110′, drammatico]
Bilal, giovane curdo, ha lasciato il suo paese alla volta di Calais, dove sogna e spera di imbarcarsi per l’Inghilterra. Dall’altra parte della Manica lo attende un’adolescente che il padre ha promesso in sposa a un ricco cugino. Fallito il tentativo di salire clandestinamente su un traghetto, Bilal è deciso ad attraversare la Manica a nuoto. Recatosi presso una piscina comunale incontra Simon, un istruttore di nuoto di mezza età prossimo alla separazione dalla moglie, amata ancora enormemente e in segreto. Colpito dall’ostinazione e dal sentimento del ragazzo, Simon lo allenerà e lo incoraggerà a non cedere mai ai marosi della vita. A sua volta Bilal aprirà nel cuore infranto di Simon una breccia in cui accoglierlo. Ma il mondo fuori è avverso e inospitale e l’uomo dovrà sfidare le delazioni dei vicini di casa e la legge sull’immigrazione che condanna i cittadini troppo umani e “intraprendenti” col prossimo. Premiato dal pubblico a Berlino e campione di incassi in Francia, Welcome, storia d’amore e di amicizia tra un uomo e un ragazzo, affronta la realtà nelle sue manifestazioni più crude, disumane e inaccettabili.Qual è l’accoglienza riservata agli immigrati in Europa? Qual è il senso e il valore della parola «welcome» in un paese come la Francia? E in Italia, in Ighilterra? Il regista francese Philippe Lioret se lo è chiesto per davvero e ne ha fatto un film con l’omonimo titolo, provocatoriamente lasciato in inglese. Un film terribilmente bello, vincitore a Berlino, campione d’incassi in Francia, dove ha influenzato il dibattito politico sull’immigrazione clandestina. Non è naturalmente soltanto il tema a fare di Welcome un bel film. Philipe Lioret è uno dei migliori registi francesi, già collaboratore di Robert Altman, ispiratore di The Terminal di Spielberg, ed è un maestro nelle scene sull’inferno del porto di Calais. La scrittura è perfetta ed è difficile trovare un aggettivo adeguato all’interpretazione di Simon da parte di Vincent Lindon, divenuto nel tempo una dei più straordinari attori europei. E’ quasi impossibile uscire dalla sala di Welcome con le stesse idee sull’immigrazione che si avevano prima.